Alle consorelle della Casa di Lucca

J.M.J.T

(1892)
Sempre carissime in Gesù.
Lo Spirito Santo vi riempia della sua grazia. Mi ha fatto molto dispiacere sentire dalla vostra carissima lettera che suor Verdiana è a letto con la febbre da diversi giorni. Spero sia una cosa leggera, come mi fate capire. Ad ogni modo, desidero avere notizie subito, perché, come sapete, la lontananza accresce la pena. Noi, per grazia di Dio, stiamo bene di salute; anche il Padre continua a migliorare, però la convalescenza sarà lunga. Dobbiamo sempre ringraziare molto il Signore per avercelo conservato in vita.
Che scabroso ’92! In quanti modi ci prova il Signore! Non vedo il momento di parlarvi per mettervi al corrente di tante cose che non credo sia prudente affidare alla carta. Solo vi raccomando di essere buone, pazienti, umili, affinché il buon Dio, che si degna di trattarci da vere spose con il favore di molti croci, veda che sappiamo farne tesoro e non mettiamo ostacoli ai suoi disegni. Mi sento tanto unita alla vostra situazione così difficile; questo accresce le mie pene, sebbene vi possa assicurare che anche qui ne abbiamo di tutti i colori. Ma, vi ripeto, sia fatta in tutto la volontà di Dio.
Se dovessi tardare molto a venire a Lucca, per tutte queste noiose complicazioni, vi scriverò per fare tornare qualcuna di voi, perché, vi assicuro, sento proprio il bisogno di parlarvi per consigliarci a vicenda sul da farsi, non solo dell’affare L, ma di un altro progetto che non desidero decidere senza sentire il giudizio di tutte. Intanto pregate il Signore che ci illumini, per sua misericordia. Salutate tanto la signora L. (Luisa Barsanti, la fondatrice dell’opera di Lucca), la signora Antonietta e famiglia anche da parte di suor Marta, di suor Giovanna. Non dimenticate il signor Agrimonti.
Vi lascio nel Cuore SS. di Gesù, dove desidero nascondervi unite alla
                                                                                                                         vostra aff.ma Madre