ho ricevuto la vostra carissima lettera pochi minuti prima che suonasse la campana per andare al riposo. E giacché eravamo tutte in giardino, l’ho letta alle vostre consorelle: non potete immaginare quanto piacere abbiano provato. A me pure hanno fatto un buon effetto le belle e sante parole di tutte: mi sembrava di sentire le figlie della nostra serafica Madre. Capisco benissimo che tutte sentono la lontananza, non meno di voi la sento io, ma per Gesù tutto è niente.
Veniamo a noi. Riguardo alla bambina raccomandata dal P., avete fatto bene ad accettarla e a tenerla con suor Maria, come mi dite. Vorrei però che la signora Emilia sapesse che una donna vi ha chiesto questo favore, senza nominare il P., e che avete creduto, per non dispiacere questa donna per poche ore la settimana, e per non essere portate per bocca nei primi tempi, di prenderla, tanto può stare con suor Maria la quale si sente più sicura essendo abituata a stare con i bambini. Fate meglio che potete per non dispiacere né una parte né l’altra. Bisogna agire con molta prudenza. Spero che il Signore vi darà tutto. Mi dispiace di Ernesta e Plautilla, ma più mi dispiace di sentire che tu non stai bene come speravo. Come mai? Forse non sei contenta di stare lì? Faresti peccato, trattandosi di così poco tempo. Ti prego, fai di tutto per trascorrere questo breve tempo tranquilla, anche per sollevarmi da tante pene. Sebbene il Signore non manchi di aiutarci, in certi momenti ne sento tutto il peso! L’unico conforto è pensare che ho delle consorelle che fanno tutto per aiutarmi a portare il giogo di tante pene che sono indispensabili per chi vuole seguire le orme del valoroso Capitano.
Coraggio, carissime in Gesù tutte quante! Il Signore è con noi e questo ci deve bastare. Se non ci preoccupiamo di fare da noi, poco c’è da sperare da quelle che vengono di fuori.
Giulia è partita, l’Eugenia parte in questa settimana: è necessario al più presto possibile perché non si ammali, tanto è fragile di salute. Vedete dunque come ci possiamo compromettere con le persone che vengono di fuori. Mi pare che quest’ultima, appena avrà messo il piede fuori, sarà subito guarita. Può essere che mi inganni, ma ci vedo poca o nessuna vocazione. Speriamo che questo sia un mio falso giudizio. Sia come sia, è un fatto che tutte queste compilazioni, umanamente parlando, frenano molto e fanno perdere molto tempo.
Mi consolo sapendo che il Signore tutto può, e, se vuole, saprà subito porre un rimedio. Non mettiamo ostacoli a tanti disegni che ci manifesta continuamente, e saremo sicure che tutto sarà per la sua maggior gloria.
Il Padre sta benissimo; questa è una grazia delle più grandi, che ci dà speranza per altre.
Mi accorgo che questa lettera non ha né principio né fine; spero che mi scuserete. Domani ti manderò la china che mi chiedi ed altro; sento che i quadri non sono piaciuti; abbi pazienza, ti serviremo meglio un’altra volta.
Il Signore vi benedica e vi faccia sante come vi desidera la vostra