Alle consorelle di Chianciano

J.M.J.T

(1893)

Sempre carissime nel Signore,
eccomi un momento da voi per stare un poco in vostra compagnia e dirvi delle belle cose, che spero vi faranno piacere. Prima di tutto vi dirò che il 15 di questo mese prenderemo possesso della nuova casa di Sesto con la benedizione del Cardinale nostro superiore e con l’approvazione di tutta la popolazione. Speriamo bene! Per questa ragione non potrò venire a Chianciano prima del 20. Spero che mi scuserete, non è vero? Quando si tratta della gloria di Dio, si affronta qualunque sacrificio, per cui sono serena conoscendo per esperienza i vostri sentimenti.
Ora attendo la carrozza per andare a Settimello e quindi a Sesto. Il signor Priore è tutto premure per noi. Se vedeste che bella casa ci sta preparando. Sei belle stanze con tutto l’occorrente, acqua in cucina ed altre comodità, una cappellina, e sopra la terrazza per servirsene quando piove. Tutta questa premura credo che si sia risvegliata per la faccenda di Sesto. In ogni modo, per tutto questo dobbiamo essere molto grate al nostro Sposo.
Mi hanno fatto molto piacere le buone notizie di tutte, specialmente della tranquillità che mi dite di avere nel vostro spirito. Il Signore vi mantenga così, perché è nella pace che manifesta ciò che vuole dalle sue dilette. Spero che farete di tutto per non perderla.
Pregate tanto per me: in questo momento sono in estrema necessità, come potete immaginare. Malgrado le complicazioni di ogni genere non posso negarvi che mi sento protetta in modo tutto speciale: se non fosse per la mano di Dio sarebbe impossibile reggere per un solo giorno. Per tutto questo vi prego di unirvi a me per ringraziare il nostro buon Gesù che ha tanta misericordia per una figlia così ingrata e fragile.
Come vi ho detto altre volte desidero tutte le settimane vostre notizie. È proprio vero che nella lontananza si prova il vero e santo affetto.
E la mia cara vedova? È sempre in pena per sua nipote? Ditele da parte mia che la consegni nel Cuore dolcissimo di Gesù, dove spero che questa pecorella smarrita troverà l’aiuto necessario per rimettersi sulla retta via. E Mons. Poppi, è sempre premuroso per la nostra opera? Mi ha fatto tanto piacere sentire le buone disposizioni del Padre confessore: questa è stata la grazia più grande. Cercate di farne tesoro. Il Padre sta benone, per grazia di Dio. Qua tutto bene, tranne suor Diomira, che, per le sue solite stoltezze, ha dei dolori ad una gamba. Che persona! Basta, il Signore vede tutto e saprà porci rimedio.