Davvero la nostra interiorità è un tempio santo, dove il Signore dimora e da cui sgorga una fonte di amore e di virtù che tocca chi ci sta intorno come un balsamo, che guarisce, lenisce, conforta. “L’anima mia, magnifica il Signore!” Eppure, ci accorgiamo che ci abitano anche molti pensieri confusi o sentimenti contrastanti, che ci appesantiscono e rendono difficile lo stare in silenzio o a contatto con noi stessi, e tanto più con gli altri. Nel cammino spirituale, è di prassi fare i conti con il proprio mondo interiore in tutta la sua ricchezza e complessità, senza paura, ma con molta fiducia. Il rapporto con Dio, infatti, fa luce in questo spazio intimo, vi porta speranza, verità, riconciliazione. Inoltriamoci dunque in questa profondità, per trovarvi la nostra gioia. Ritagliamoci degli spazi di preghiera e silenzio. Tuttavia, ciò è possibile in ogni momento, anche nel caotico succedersi degli impegni quotidiani. Leggiamo infatti i consigli di Fra Lorenzo della Resurrezione, testimone della Presenza di Dio. Frate sì, ma con un impegno quotidiano non indifferente: era cuoco della comunità, e ciò significava dover preparare il cibo per più di cento frati, oltre che per le maestranze dei muratori che lavoravano in convento e per le lunghe file di poveri che accorrevano alla porta dei frati, all’ora prevista. La fatica era inimmaginabile: aveva appena il tempo di finire la preparazione di un pasto e di rigovernare, che doveva cominciare la preparazione di quello successivo. Usò dunque il suo metodo. Durante la preghiera, si lasciava afferrare dal senso della grandezza di Dio e della sua infinita amabilità e prendeva la risoluzione di «volere restare sempre con Lui», poi, finito il tempo di preghiera in cappella, si inoltrava nella verità che aveva intuito, e qui troviamo una chiave molto preziosa che può aiutare anche il nostro cammino:

“Non è necessario stare sempre in chiesa per stare con Dio. Possiamo fare del nostro cuore un luogo di preghiera nel quale di tanto in tanto ci ritiriamo per intrattenerci con Lui delicatamente, umilmente e amorosamente. Tutti sono capaci d’intrattenersi familiarmente con Dio, chi più chi meno. Dio conosce le nostre possibilità. Cominciamo! Forse attende da noi solo una generosa risoluzione. Dio non chiede grandi cose: un piccolo ricordo di Lui di quando in quando, una breve adorazione quanto basta per domandargli la sua grazia, qualche volta offrirgli le vostre pene. Durante i vostri pasti e le vostre conversazioni, elevate talora verso di Lui il vostro cuore. Per questo non è necessario alzare molto la voce: Dio è più vicino a noi di quanto pensiamo”.