Possiamo pensare alla preghiera come a “parole da dire/recitare”, o come un dovere da assolvere “perché bisogna!”. La mia vita poi è un’altra, viaggia su binari paralleli e con questa preghiera non si incontra, perché tale preghiera non riesce a dissetare la profonda sete di senso e pienezza che ci viene dal quotidiano.
Eppure i Santi ci mostrano un’altra possibilità, aperta a tutti, molto feconda, fonte di gioia e senso. È la preghiera come rapporto con Dio. In cui spesso non servono parole, ma un ricordo, uno slancio del cuore, un desiderio, un’attenzione. Questo rapporto è possibile coltivarlo in qualsiasi momento, e nessun impegno o vicenda della nostra vita lo può ostacolare o impedire. Nulla infatti ci può separare dall’amore di Cristo. In ogni momento possiamo attingere a questa fonte, Dio infatti si china verso di noi e chiede solo uno sguardo. Ecco come fra Lorenzo della Resurrezione ci insegna a coltivare questa attenzione quotidiana alla Presenza di Dio nella nostra vita. Allora ogni nostro respiro diviene preghiera.
“All’inizio bisogna applicarsi un po’ per acquisire l’abitudine di conversare continuamente con Dio e riferire a Lui tutto ciò che si fa. Ma dopo un po’ di applicazione ci si sente risvegliare dal suo amore senza alcuna fatica. Abituatevi perciò a poco a poco ad adorarlo, a chiedergli la sua grazia, ad offrirgli il vostro cuore: di tanto in tanto durante la giornata tra i vostri lavori e in ogni momento possibile. Non intendo dire che per farlo ci si debba preoccupare troppo. Bisogna servire Dio in santa libertà. Bisogna lavorare fedelmente senza turbamento o inquietudine, richiamando con pace e soavità il nostro spirito a Dio allorquando lo troviamo distratto. Abituatevi ad intrattenervi frequentemente con Lui e dimenticatelo il meno possibile”.
“Non c’è al mondo genere di vita più dolce e delizioso di un ininterrotto colloquio con Dio. Solo chi ne fa l’esperienza può comprenderlo e gustarlo. Se vogliamo godere in questa vita di una pace paradisiaca, dobbiamo abituarci a questo rapporto familiare, umile, affettuoso con Dio. Bisogna fargli un tempio spirituale nel nostro cuore dove adorarlo ininterrottamente. Bisogna vegliare su noi stessi senza sosta per non fare, dire, pensare alcunché possa dispiacergli”.