Oggi la Famiglia Carmelitana celebra la Solennità della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Il Vangelo che la liturgia ci propone (Gv 19, 25-27), introduce appunto la presenza di Maria, la Vergine Madre: “Stava presso la croce di Gesù sua madre”. La scena si svolge sul Golgota, il monte della morte e della vita. La Vergine Madre stava presso la croce di Gesù, ovvero Maria sta presso la mia croce, la croce dei miei dolori, la croce dei miei peccati, la croce delle mie debolezze, impotenze, delusioni, solitudini, … Lo aveva predetto già il profeta Isaia:
“Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti”. Isaia 53,4-5
Il profeta descrive Gesù nel momento della crocifissione, quindi ci parla di quei momenti in cui anche a noi sembra di essere crocifissi, incapaci di cambiare la situazione in cui ci troviamo, e sentiamo la libertà come qualcosa di irraggiungibile. Questi momenti rispecchiano in noi in qualche modo le parole del profeta: “tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo” Isaia 52,14
Maria però, non si lascia condizionare dall’aspetto sfigurato del Figlio, ma guarda il suo Volto sanguinante, raccoglie le sue lacrime, sente i suoi ultimi respiri. Maria è silenziosa ma è presente, guarda così anche a noi, è vicina!
Le ferite di Gesù in croce dipingono ormai tutto il suo volto. Non è più facile per il grande dolore che prova, che Egli possa aprire i suoi occhi per vedere la luce, e se riesce appena ad aprirli, vede tutto sfocato. A volte, anche le nostre croci coprono la luce ai nostri occhi, chiudono l’orizzonte dell’aurora, non riusciamo più a vedere la strada, non siamo più capaci di distinguere ciò che è la nostra realtà, camminiamo nel buio, nell’insicurezza, abbiamo paura, e forse ci viene da ripetere come Gesù: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”? Mc 15,34
Eppure il Vangelo ci dice che “Gesù allora, vide la madre”. Cioè, coglie lo sguardo della Madre, riesce dentro il buio della morte a percepire una presenza, riesce dentro la notte ad afferrare un raggio di luce, il Raggio della Madre! Ecco l’atteggiamento che Gesù vuole lasciarmi: quando il mio capo appesantito dalla realtà si china in basso, volgi lo sguardo su Maria, quando la notte colma i miei giorni, mi dice: volgi gli occhi a quel Raggio – la Madre.
Allora, potremo ripetere con S. Teresa di Gesù Bambino: “Maria, tu mi apparivi in cima al Calvario; in piedi presso la croce, come un sacerdote all’altare”. Poesia 54/23
Ma c’è una seconda chiave di lettura che il Vangelo ci offre oggi: in ogni via crucis, il Signore chiama. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!».
Sulla strada del Calvario che sembra essere deserta, la voce del Signore si fa udire, la voce del Signore chiama; chiama Maria e chiama il discepolo amato, ovvero chiama me. Dentro il buio che possiamo attraversare, è nascosta una vocazione, che è il palpito del cuore di ogni battezzato: l’essere figlio, figlia. Il Signore infatti, dona alla Madre il figlio, e dona al figlio la Madre! Nelle tempeste della vita dove la nostra persona sembra non trovare la direzione giusta, quando abbiamo perso il senso e il sapore della vita, o quando veniamo colpiti dal vento del male e portati via dalle onde della paura, il Signore vuole donarci di nuovo la nostra vera e fondamentale identità: essere figli nel Figlio! Ciò avviene quando il mio rapporto con Maria non è limitato ad alcuni momenti, non è più un rapporto basato su pratiche devozionali, ma una relazione vitale che si attua con le parole dell’evangelista Giovanni: “E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”.
Introdurre Maria nella nostra casa significa introdurla nella nostra vita di ogni giorno, in tutte le piccole o grande circostanze.
Facciamo nostre anche queste parole di S. Teresina:
“Noi figli di Maria siamo più felici della Madonna, perché Lei non ha avuto una Santa Vergine da amare!”
Chiediamo la grazia a Maria, Madre e Sorella del Carmelo affinché la nostra vita, centrata sul Figlio Gesù risorto, possa appoggiarsi nelle mani di Lei che è Madre di Dio e Madre nostra.
sr Elisabetta di Gesù Eucaristia
Grazie sr Elisabetta, molto bello il tuo commento. Presso le nostre croci sta Maria e nelle situazioni di croce, riceviamo una chiamata