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Vangelo della XVI domenica: scommetti sul seme buono!

Nella meditazione di oggi, possiamo chiudere gli occhi e immaginare il nostro mondo interiore come un campo, in cui è stato seminato un seme buono. Abbiamo dentro di noi un seme buono, questa è una verità per ciascuna persona. Con altrettanta verità possiamo però riconoscere in noi altri semi non buoni, che ci causano irrequietezza, paura, rabbia… Forse non riusciamo a distinguerli e abbiamo bisogno di attendere, di interrogarli, di tenerli “sotto osservazione”.

Questo campo, in cui si nasconde il tesoro della presenza di Dio, è un campo pieno di benedizione. Sia che in noi si siano posati semi buoni, o che siano entrati semi infruttuosi. Sia che in noi riconosciamo pensieri o sentimenti costruttivi, sia che vi riconosciamo quelli che invece sono sterili.  Il seminatore, che ha cura di questo campo, non ha fretta di sradicare o punire le nostre sterilità. Ma ha la pazienza di chi sa che il tempo è dalla nostra parte. E solo il tempo può dire se un seme, che inizialmente non sembra promettere bene, nelle mani di Dio non possa invece crescere e maturare per il bene. Possiamo dunque metterci sotto questo sguardo pieno di fiducia di Dio nei confronti della nostra persona: Egli già vede il bene che sarà in noi, anche lì dove ora vediamo la nostra maggiore debolezza.

È così che inizia il regno di Dio, di amore e di pace: da questo seme molto piccolo e molto buono, che scopriamo dentro e su cui possiamo decidere di scommettere. Dio già ci scommette tutto. Tutto parte da noi: da quell’elemento positivo che il Signore ci ha radicato dentro e che, se coltivato, può essere di supporto a molti altri attorno a noi. Può far lievitare il bene nelle nostre relazioni o nella nostra società. È necessario sospendere il giudizio, e scommettere tutto su questo principio di bene e sul seminatore che ha cura del nostro campo.

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