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Pregare con i Santi del Carmelo (Edith Stein)

Con grande concretezza, da donna che ha conosciuto il lavoro intenso e le fatiche domestiche, Edith Stein descrive il grande tema di molti di noi: come trovare il tempo per Dio tra le faccende e le preoccupazioni quotidiane? Come vivere il rapporto con Lui, quando gli impegni riempiono ogni spazio della giornata? Come in assoluto trovare un po’ di tempo “per sè”, per fare un po’ di silenzio dentro se stessi e… “respirare”?

Ella invita a “prendere le redini” del proprio tempo, consigliando di iniziare la giornata con la S. Messa, con l’ascolto e la comunione con il Dio della nostra vita. È un favore che facciamo a noi stessi, prima ancora di essere un altro impegno che ci toglie il respiro. Nell’intima unione con il Signore, e nel colloquio silenzioso con Lui, possiamo “svuotarci” da quanto ci opprime, poichè tutto ritrova il “giusto posto”, non ci fagocita, non ci travolge.

E a partire da questo silenzio interiore, la vita di Dio trova spazio in noi, ci dona gioia ed energia per vivere in un modo totalmente diverso la medesima realtà in cui ci si trova. Non si deve più solo “sopravvivere” alle proprie giornate, ma si diventa un fuoco che può donare calore e amore nell’ambiente di lavoro, in famiglia, nelle incombenze e responsabilità grandi e piccole che ci aspettano.

E quando il Signore verrà a me nella santa Comunione, gli potrò chiedere: “Che desideri, Signore, da me?”. E ciò che, dopo il silenzioso colloquio con Lui, mi si presenterà come il compito più immediato, darà inizio al mio lavoro. Se comincio la mia giornata lavorativa così, dopo la messa mattutina, vi sarà in me un sacro silenzio e la mia anima sarà vuota da ciò che la inquieta e affatica, e sarà piena, invece, di santa gioia, di coraggio ed energia. Ed ecco che essa è diventata ampia, perchè è uscita da sè ed è entrata nella vita divina. Come fiamma silenziosa, arde in lei l’amore che il Signore vi ha acceso e la spinge a contraccambiargli amore e ad accenderlo in altri: la carità incendia e il suo ardore si riversa nel prossimo. (Stein, La donna, p.65).

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