È possibile essere contemplativi e vivere in modo contemplativo la propria vita, anche tra gli impegni di ogni giorno. Aiuta molto trovarsi dei momenti privilegiati in cui potersi fermare, fare silenzio, e rivolgere l’attenzione a Dio. Ma quando fosse difficile ritagliarsi questo tempo, non bisogna gettare la spugna. Edith Stein ci invita a non lasciarsi scappare gli istanti: basta un attimo di consapevolezza, per porsi alla presenza di Dio e rifugiarsi in Lui. Questi atti di presenza ci aiutano ad accogliere la propria realtà di vita così com’è, con la pace nel cuore, perchè interamente abbandonati a Dio, che benedice ogni nostro tempo.
Giunge la pausa pranzo. Si torna a casa esauste, affrante. Dov’è andata la freschezza mattutina dell’anima? Ci si vorrebbe tuffare di nuovo nella lotta e nella tempesta: agitazione, irrequietezza, pentimento. Vi è ancora tanto da fare fino a sera! Non si deve dunque ricominciare subito? No! Non prima di aver trovato almeno per un istante un po’ di silenzio. Ciascuna persona deve conoscersi o imparare a conoscersi, per sapere dove può trovare un po’ di calma. Il miglior modo, se è possibile, sarebbe riversare tutte le proprie cure ai piedi del tabernacolo per un breve tempo. Chi non può farlo, perchè forse ha bisogno di un po’ di riposo, si trattenga un istante nella propria stanza.
Ma se non è possibile un momento di calma esteriore, se non si ha un ambiente adatto in cui potersi ritirare, se doveri improrogabili impediscono un’ora di silenzio, sarà necessario almeno chiudersi in sè per un istante, separandosi da tutte le cose, e rifugiarsi nel Signore. Egli è nel nostro intimo e può concederci in un solo istante tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Si affronterà poi il resto della giornata; la si passerà forse in grande fatica e stanchezza ma in pace. (Stein, La donna, pag. 66)