Il Signore oggi, ci porta anzitutto sul monte, in disparte, a pregare. È tutto un altro respiro sulla propria vita quando si riesce a guardarla “dall’alto”, rimanendo nel silenzio, sotto lo sguardo di Dio, consapevoli che Egli è con noi. Possiamo allora trovare un piccolo tempo e un luogo dove stare un po’ soli, prendere le distanze dalle cose che ci premono di più e rimanere con il Signore, trovare riposo stando con Lui.
Gesù poi ci costringe a fare un’altra esperienza. Ci spinge a compiere un passaggio, un attraversamento. Può essere un cambiamento in una situazione di vita, o un passo di ulteriore profondità per la propria vita interiore e spirituale. Questo passaggio può essere segnato da una crisi, qualcosa di “vecchio” ha bisogno di essere abbandonato per giungere ad un approdo “nuovo”. Questa esperienza prevede una notte, un mare agitato e il vento contrario, una solitudine questa volta in segno negativo, ovvero il senso di essere soli in un momento di difficoltà. Emerge prepotente il sentimento della paura. Per ben due volte: vediamo fantasmi al posto della presenza di Dio. Poi, una volta rassicurati, la paura ritorna quando nuovamente il Signore prova a farci fare l’esperienza di “camminare con le proprie gambe”. Ritorna quel sentimento di paura che ci fa “affondare”. Può essere per noi il momento per gridare con tutto noi stessi: “Signore salvami!” E accorgerci che Egli è con noi. Egli c’è. Mettiamoci in ascolto della sua voce che ci ripete: non avere paura! Non dubitare! Vieni a me. Lasciamo che la paura piano piano scorra via insieme ad ogni nostro respiro. Il vento è cessato, il mare agitato si placa. Dentro di noi possiamo lentamente avvertire calma e pace. Restiamo con questo nuovo sentimento, e adoriamo in noi il Signore.