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Vangelo della XX domenica

Una preghiera essenziale, autentica, umile, che tocca e muove il cuore di Cristo. Come la preghiera della donna cananea protagonista del Vangelo di questa domenica, che ci presenta la scena di uno dei numerosi incontri dell’umanità bisognosa con il Signore Gesù.

Gesù prende le distanze dalla terra della sua gente, i figli di Israele, dove non viene creduto, accolto, dove sente crescere sempre più il rifiuto della sua persona. Dirigendosi in terra pagana, riceve una preghiera da una donna proveniente proprio da quelle regioni impure, considerate luoghi di perdizione, abitati da idolatri che non conoscono il Dio vero. Di questa donna viene sottolineata nel brano la caratteristica di pagana: non è figlia d’Israele, non appartiene al popolo eletto, il primo erede della promessa di Dio; eppure ha probabilmente sentito parlare di Gesù e si rivolge a lui con fiducia, si getta ai suoi piedi, in posizione di supplica e di riconoscimento della sua grandezza, e lo prega di cacciare il demonio presente in sua figlia.

Questa donna pagana riconosce in Gesù il solo che può darle le grazia che implora e gli grida il suo bisogno: Abbi pietà di me, cioè fammi grazia, ho bisogno, aiutami. Ella non pretende e non avanza diritti, sa di non essere la prima destinataria del “pane dei figli”, ma prega il Signore di non escluderla dal suo cibo. È un dialogo doloroso, in cui colpiscono prima il silenzio e poi il rifiuto di Gesù, che è stato inviato dal Padre a compiere la sua missione innanzitutto presso il popolo d’Israele. Le parole della donna, però, sono una manifestazione di fede e toccano il cuore di Gesù che la esaudisce, rendendo evidente che la misericordia del Padre è per tutti. 

Il pane della vita, cioè la vita piena che il Signore ci dona, è dato a chi lo chiede con fiducia, non a chi lo pretende. Passa per la porta dell’umiltà. “Signore, non merito il tuo cibo, sono peccatore, sono povero e ho bisogno di te, della tua vicinanza, aiutami”. Quando davanti a Dio ci riconosciamo come poveri, mendicanti, e capiamo che solo in Cristo c’è il pane vero, che solo Lui può darci la vita, allora ci accorgiamo che la nostra preghiera diventa essenziale, autentica.   

sr Sara della Trinità

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