Teresa Maria della Croce vive, opera, realizza e genera alla vita consacrata eucaristicamente. Ella si dona, sin dagli albori della sua vita e l’offerta di sé diventa consacrazione. Una offerta feconda perché genererà alla chiesa nello Spirito molte altre anime.
Ella si nutre dell’eucaristia per vivere e aiutare a vivere, per accogliere i beni materiali e spirituali, gli esseri e il Signore stesso. Abbandonata alla Provvidenza, vive dell’adempimento della volontà divina. «Scusi questi fregacci. Sono tanto debole, che posso appena terminare la presente. Non avrei mai creduto di dover andare così per le lunghe prima di riacquistare le forze. Speriamo che il Signore accetti la mia pena per non poterlo servire ora con l’energia che dovrei e vorrei. Abbia la bontà di supplir Lei alla mia miseria col fare qualche visitina al Santissimo Sacramento per me. Le prometto di ricambiarla quando sarò in stato di maggior forza. Non vedo il momento di poterle parlare, per dirle a voce tante cose che non posso affidare alla carta anche per la stanchezza». (dalle lettere)
Riconoscendo la sua povertà personale e anche materiale, vive della riconoscenza per Dio che non cessa di benedire. L’adorazione eucaristica che istituisce come missione del suo Istituto racchiude tutte le sfumature e le ricchezze del culto eucaristico della chiesa. La bambina che era affascinata dall’eucaristia arderà sempre del medesimo amore per il Signore.
(Padre Jean Sleiman)