Sulla via Crucis come sul Golgota, con il Crocifisso furono soprattutto le donne. Maria e le altre. Questo non è solo un ricordo di cronaca storica, ma riveste un significato profondo e importante. La donna, presente al principio, alla pienezza dei tempi e alla consumazione della storia, porta la Croce con Cristo, soffre con Lui, secondo il suo carisma di donna e la sua vocazione e ruolo nella storia della salvezza: “dopo la caduta, l’uomo non è stato abbandonato da Dio. Al contrario, Dio lo chiama, e gli predice in modo misterioso che il male sarà vinto e che l’uomo sarà sollevato dalla caduta. Questo passo della Genesi è il primo annunzio del Messia redentore, di una lotta tra il serpente e la Donna e della vittoria finale di un discendente di lei”(CCC 410)
Teresa Maria della Croce è da capire su questo sfondo della storia della salvezza. La si chiama «innamorata della Croce». In realta è innamorata del Signore.
Per amore suo, accetta la Croce per compiere in se stessa quello che manca alla passione del Signore: «Quello che mi consola è che, con tutte queste contrarietà, mi sento tanto tranquilla che non cambierei il mio stato penoso con la più felice creatura di questo mondo. Quanto è buono Gesù con noi! In carità, non ti perdere di coraggio nelle tue pene e contrarietà, procuriamo di avvicinarci sempre più al nostro Divino Sposo che tanto fece e patì per noi miserabili» (dalle lettere) Non è quindi dolorismo, ma la condivisione della passione, del sacerdozio di Cristo, morto per la nostra ed universale salvezza. (continua…)
(Padre Jean Sleiman)