La vera fede a volte spiazza, annulla tutti i nostri raggionamenti e le sicurezze umane. Una tale fede richiede forza e da’ forza per fidarci totalmente di Dio anche davanti ad avvenimenti e situazioni in apparenza contraddittori, come insegna e appare chiaro nella Sacra Scrittura. Monsignor Calzolai fa il parallelo tra la fede di Teresa Maria e quella di Abramo che spera una discendenza, ma che non vede mai arrivare. Bettina vive la stessa esperienza: le viene chiesto di fondare il conventino (una discendenza spirituale), ma i tempi si allungano. E lei si domanda: “Ma allora fino adesso cosa ho capito e creduto? O meglio in chi ho creduto?” La Beata Madre, nella preghiera, affida tutto allo Spirito Santo, divisa tra l’umano rifiuto di ciò che le viene chiesto e la ricerca della volontà di Dio. E la fede che si fa abbandono in Dio prevale sull’umana debolezza.
S. Agostino dice nelle Confessioni: “I credenti si fortificano credendo”. E questa era la situazione di Bettina. Per lei “inizia una vera notte oscura. Nella prova non perde la pace, nel buio più fitto si affida a Dio e nonostante alcune risposte siano sempre scoraggianti, tanto da farla raggelare interiormente, la fede le riscalda il cuore e rafforza la certezza che Dio non l’abbandona. Procede sicura e attraverso la purificazione della fede, si prepara – non a stare in santa pace – ma ad accogliere quanto ancora può esserle chiesto. Nel deserto interiore Dio fa il vuoto per riempirla di sé” (Monsignor Clazolai).
Questa è l’esperienza della Beata Madre; ci auguriamo che sia anche la nostra esperienza, che ci fortifichiamo credendo.
Suor Taddea