Proprio della Liturgia delle Ore dei Carmelitani Scalzi


23 aprile

BEATA TERESA MARIA DELLA CROCE

MANETTI, VERGINE

Memoria facoltativa

 

          Nata a Campi Bisenzio (Firenze) nel 1846, Teresa Manetti vi morì il 23 aprile 1910, dopo avervi fonda­to la Congregazio­ne delle Carmelitane di santa Teresa (1874), da lei inviate anche nel Libano e in Terra San­ta; giungeranno poi al Brasile, alla Repubblica Ceca e in Egitto. Visse la gioia della con­formità al mistero della croce, nel corpo e nello spirito, distinguendosi per il fervore euca­ristico e la tenerezza verso i piccoli e gli umi­li. È stata beatificata da Giovanni Paolo II nel 1986.

Dal Comune delle vergini o delle sante: religiose con salmodia del giorno dal salterio.

Ufficio delle letture


SECONDA LETTURA 
Dalle «Opere» di santa Teresa di Gesù, vergine

(7M 4,4.8.5; C 26,7; 2M 1,11; Milano 2000,
   pp. 1054, 1056, 1055, 775, 882)
       Lo sguardo al Crocifisso: tutto diventa facile

          Sua Maestà non può farci una grazia maggiore del dono di una vita conforme a quella vissuta dal suo amatissimo Fi­glio. Pertanto sono sicura che queste grazie hanno lo scopo di fortificare la nostra debolez­za, come ho già detto qualche volta, perché lo si pos­sa imitare nelle sue grandi sofferenze.
Fissate il vostro sguardo sul Crocifisso e tutto vi sarà fa­cile. Se Sua Maestà ci ha dimostrato il suo amore con così meravigliose opere e con così atroci tormen­ti, come volete contentarlo soltanto con parole? Sape­te in cosa consista es­sere davvero spiri­tuali? Farsi schiavi di Dio, marcati dal suo ferro, che è quello del­la croce, avendogli dato la nostra liber­tà, così che egli ci possa vendere quali schiavi di tutto il mondo, come lo fu lui, e credere che non ci rechi, così facen­do, nessun torto, ma, al contrario, ci conceda una non picco­la grazia.
Abbiamo sempre visto che coloro i quali si sono avvici­nati di più a Cristo, nostro Signore, sono quelli che hanno sofferto più gravi angosce: pensiamo alle sofferenze della sua gloriosa Madre e dei suoi gloriosi apostoli.
Prendete, figlie, su di voi parte del peso di quella cro­ce; non curatevi di poter essere insultate, purché il fardello, che tanto l’aggrava, sia più leggero; non badate a quello che vi diranno; fingetevi sorde alle mormorazioni, inciampando e cadendo con il vostro Sposo, non separatevi mai dalla croce, né abban­donatela. Considerate con quanta stanchezza si tra­scini e quanto il suo tormento superi i vostri patimenti. Per gravi che voi immaginiate che siano, e per quanto vi faccia­no soffrire, ne uscirete consolate, vedendo che sono uno scherzo in confronto a quelli del Cristo.
Pertanto se non lo guardiamo mai e non consideriamo ciò che gli dobbiamo e la morte che egli ha sofferto per noi, non so come possiamo conoscerlo o compie­re opere al suo servi­zio, perché la fede senza le opere, e le opere disgiunte dai meriti di Gesù Cristo, nostro bene, che valore possono ave­re? E chi ci spronerà ad amare il Signore?


RESPONSORIO                              Col 1,24; Gal 2,19-20
Sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne * a favore del suo corpo che è la Chiesa, al­leluia.
Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me.
A favore del suo corpo che è la Chiesa, alleluia.


ORAZIONE
O Dio, che hai sostenuto nella via della croce la beata Te­resa Maria, vergine, per mezzo di un ardente amore all’Eucaristia, e l’hai colmata di tenerezza mater­na verso i piccoli e i poveri, per sua intercessione, con­cedi anche a noi, fortificati dal pane degli angeli, di ralle­grarci nel partecipare alla passione di Cristo e di colla­borare con le opere di carità all’avvento del tuo regno. Per il nostro Signore.