L’invito del Signore si ripete con ardente crescendo, dal Vangelo della domenica scorsa, a quelli di questa settimana, fino ad oggi. Giunge anche in questa domenica con verbi che parlano di rapporto e di intimità: amare, rimanere, conoscere, accogliere, osservare. È l’invito ad entrare in rapporto con Lui, ad accorgerci del suo dono d’amore nella nostra vita. Sembra corteggiare la nostra anima, per mostrarle l’amore che le porta e invitarla a unirsi a Lui, per sempre. Questo linguaggio sponsale descrive il rapporto d’amore ed unione che lega le Tre Persone nel seno della Trinità, dove l’una si fa dono dell’altra. A questa vita trinitaria siamo chiamati a partecipare fin da ora. È una promessa sponsale: Egli ci dona lo Spirito perché rimanga con noi per sempre. È un’unione sponsale: “io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi”. Un’unione per sempre, e noi possiamo appoggiarci alla fedeltà di Dio. È promessa di vita: “perché io vivo e voi vivrete”.
Questo amore ci viene offerto come dono: a noi spetta solo di aprirci a riceverlo, e la chiave per aprirci è amare, lo slancio d’amore che risponde a questo troppo amore di Dio. Nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, il Paraclito, ovvero l’”avvocato” che rimane in noi per prendere le nostre difese. Sono infatti numerosi i processi e i giudizi cui interiormente sottoponiamo noi stessi, oppure che ci giungono dall’urto della vita. Ma siamo in buone mani. Restiamo dunque nel suo amore.
sr Marta del Verbo di Dio