Stanchi e sfiniti. Possiamo riconoscere in noi questa pesantezza fisica o morale. La festa di venerdì, del cuore di Gesù, ha risposto alla nostra fatica con semplici parole: “Venite a me, voi che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Egli ci chiama a sé. Il rapporto con Cristo, l’intimità con lui, è ristoro per il nostro corpo, per i nostri pensieri, per la nostra anima. Egli ci stringe al suo cuore. Ed è un cuore che prova compassione per ogni vicenda della nostra vita. Tutto quello che noi viviamo, Egli lo vive con noi. Possiamo rivisitare con il pensiero o l’immaginazione la nostra giornata, possiamo chiederci come stiamo: tutto questo contenuto è nel cuore di Cristo. Possiamo rendere grazie per la sua presenza nella nostra vita, ponendo l’attenzione su alcune vicende o momenti in cui notiamo che egli ci è stato accanto in modo particolare, con la sua provvidenza, consolazione, con la vicinanza di persone che ci hanno trasmesso i segni del suo amore. Da questa meditazione su quanto “gli stiamo a cuore”, Egli ci invia in questa domenica ad avere a nostra volta “a cuore” le persone che pone al nostro fianco. L’amore di Cristo è sempre molto concreto, per questo con piccoli gesti o parole di attenzione all’altro, possiamo portare vita, lì dove regna la morte della tristezza, della disperazione, della solitudine. Possiamo portare guarigione e purificazione, lì dove il cuore è ammalato o intossicato da false parole di autosufficienza o abbandono. Possiamo scacciare il male, perché l’amore è sempre più forte, vince sempre. Lasciamoci dunque prendere totalmente dal cuore di Cristo. Egli espanderà la nostra capacità d’amare (facendoci capaci di gesti di carità, gentilezza, cura, perdono) e il regno di Dio sarà così sempre più vicino, già qui, ora.
sr Marta del Verbo di Dio