Ma voi, chi dite che io sia? Inizia con un «ma» la seconda domanda che Gesù rivolge ai suoi discepoli nel brano del Vangelo odierno. Come a voler sottolineare una differenza rispetto alla prima, in cui aveva chiesto loro quale fosse il pensiero dominante riguardo alla sua identità. Quel “ma” introduce una domanda diretta, che tocca sul vivo il cuore di quegli uomini che da tempo stavano con Gesù e lo conoscevano da vicino, e il cui senso profondo è “Chi sono io per voi?”.
Gesù conosce già il cuore dei suoi discepoli, ma intenzionalmente vuole condurli a fare un passo decisivo nella relazione con Lui. Non si sofferma su ciò che dice la massa, perché a Lui sta a cuore la risposta personale di ciascuno di essi, una risposta che scaturisca dall’esperienza con la sua persona.
La domanda di Gesù arriva fino a me, oggi: Io chi sono per te? La risposta che io do costituisce il cuore vivo della mia fede.
Gesù non è il prodotto dei nostri desideri o delle nostre proiezioni: conosciamo il suo vero volto contemplando il Vangelo e ascoltando ciò che la tradizione della Chiesa raccolta attorno a Pietro continua a proclamare; se però tutto questo rimane solo un contenuto da apprendere, ci accorgiamo che manca qualcosa di essenziale: il rapporto con la nostra vita. Gesù non cerca in risposta una definizione corretta dal punto di vista dottrinale, la sua non è un’interrogazione. Egli desidera che ci coinvolgiamo con la sua vita, desidera che entriamo in rapporto con Lui: “Quanto conto per te? Che cosa porto io nella tua vita?” Non ci può essere una risposta teorica, già data da altri, ma solo una risposta personale che coinvolge la vita. “Tu, con la tua esperienza, la tua forza, la tua debolezza, cosa dici di me?” Una risposta che viene dall’aver incontrato, toccato, sentito il Signore, e averlo riconosciuto nella sua unicità e novità per la propria vita.
Dentro questa relazione personale con il Signore, possiamo ascoltare la voce interiore del Padre che ci rivela la sua intimità. Nella misura in cui si intensifica e si rafforza questa relazione intima, la conoscenza di Lui si fa più matura e profonda. Ci accorgiamo allora che la domanda di Gesù è una domanda da vivere, continuamente, ogni giorno, perché Cristo nella nostra vita non è mai ovvio, scontato, ma si rivela progressivamente, in modo sempre nuovo.
Suor Sara della Trinità
grazie suor Sara della Trinità!
Penso oggi come noi entriamo nel Vangelo alla Messa. apriamo a alta voce “Gloria a te, o Signore” e chiudiamo con “Lode a te, o Cristo.”