La popolazione dell’Egitto è numericamente elevata e nei villaggi le famiglie, di tipo patriarcale, vivono ancora in nuclei molto numerosi dove i bambini non si contano e il ruolo della donna è segnato in partenza: la procreazione, la cura dei figli e della casa. Lo sposo, non scelto per amore ma imposto dai genitori, ha su di lei tutti i diritti.
Dal punto di vista religioso l’Egitto, pur essendo un Paese prettamente musulmano, conta al suo interno una presenza di copti suddivisi in ortodossi – 9 milioni – e cattolici, appena 250 mila.
La gioventù che frequenta la chiesa è costituita in maggioranza da ragazze, e rischia di rimanere senza formazione umana e spirituale perché, per la cultura locale, le donne vengono spesso limitate nei contatti con l’esterno, anche se non mancano studentesse universitarie, più aperte ed impegnate nel sociale.
La Chiesa cattolica egiziana è viva e lavora molto a favore dei poveri, organizza corsi per i catechisti, settimane di formazione e incontri di preghiera.