Dite agli smarriti di cuore:
Coraggio, non temete! (Is. 35,4)
Oggi la Parola parla al cuore smarrito, chiuso in se stesso, nel proprio dolore o paura. E’ un istinto naturale: quando qualcosa ci ferisce, ci richiudiamo come un riccio. Quando siamo turbati, riusciamo a sentire solo i ritornelli senza speranza che ci martellano dentro, e non siamo in grado di accorgerci o di credere veramente a una parola di amore e speranza che può venirci incontro durante la giornata.
Quando qualcosa ci ha ferito intimamente, è spesso difficile trovare le parole per esprimerlo. Spesso non abbiamo più fiducia sufficiente in noi stessi e nell’altro per consegnarlo ed aprirlo in un dialogo. Ci sentiamo troppo vulnerabili, abbiamo bisogno di sentirci custoditi e protetti. Aprire quello che ci fa più male significherebbe esporci al rischio di una nuova ferita.
Eppure la chiusura in cui pian piano scivoliamo, non è in grado di proteggerci realmente, è una difesa illusoria. Ci isola e ci sprofonda ancor più nel nostro dolore, fino al punto che anche la relazione con gli altri ci diventa faticosa, perchè resta su un livello superficiale, senza riuscire più a condividere quello che in noi è più profondo e autentico, quel che più ci tocca.
Ma Gesù passa. Ora passa nella nostra vita. Ci prende in disparte. Ci invita a restare soli con Lui. Ci invita ad un incontro personale. Egli stabilisce subito un contatto con il nostro dolore, la nostra malattia. Con le dita tocca le nostre orecchie, con la sua saliva tocca la lingua. Sono gesti intimi che esprimono un amore che ricorda il contatto della mamma con il suo neonato, dell’amante con la sua amata. Dona il suo sospiro, il suo soffio di vita. Ridona la vita a quei tessuti interiori ormai in cancrena. Ci dona la sua stessa vita. Con il suo soffio ci ha creati, ci ha pronunciati per essere la sua parola d’amore in questo mondo, in questa vita. Con il suo soffio ci ha fatto dono assoluto della sua vita sulla croce. Con il suo soffio ora ci invita ad aprirci, ad aprirci di nuovo alla vita, alla relazione, all’amore.
Effata! Apriti! Sono le parole che Egli rivolge a una persona murata viva in se stessa, completamente ripiegata in se stessa. Sono l’invito ad aprire allo Spirito la totalità del nostro essere. Immaginiamo di aprire finalmente la finestra della nostra stanza interiore: finalmente entra ossigeno, aria pura, fresca, vitalizzante. Aprirsi è un movimento interiore per niente scontato: sentiremo delle resistenze, che sono assolutamente normali. Eppure disporci gradualmente a questa relazione ed uscire a poco a poco dalla diffidenza, ci permette di presentarci a Dio così come siamo, senza paura alcuna e in completa fiducia. Risvegliamoci alle costanti e molteplici manifestazioni dell’amore di Dio nella nostra vita. Rivolgiamo l’attenzione alla sua presenza che agisce in ogni momento della nostra esistenza. Viviamo la gratitudine: Egli ad ogni respiro ci ridona la vita. Entriamo nella felicità di essere, di esistere.
sr. Marta del Verbo di Dio
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